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PRESENTAZIONE CHICO FORTI SONO IO



L’arte e la musica si incontrano per Chico Forti

 

NASCE “CHICO FORTI SONO IO”

 

UNA STATUA IDEATA DALL’ARTISTA NELLO PETRUCCI

E REALIZZATA DA ROBOT CITY

(brand del gruppo La Civiltà del Marmo)

 

con il supporto di Contemply Art & Investment

Presentazione a Pompei 7 settembre 2022 con

Andrea Bocelli e Veronica Berti Bocelli sostenitori dell’iniziativa

 

Arte e musica si incontrano per Chico Forti. L'artista Nello Petrucci, l’imprenditore Gualtiero Vanelli (fondatore di Civiltà del Marmo) e il tenore Andrea Bocelli si uniscono per sostenere e dare voce alla causa di rimpatrio del nostro connazionale.

Il prossimo 7 settembre sarà presentata a Pompei "Chico Forti sono io", un'opera scultorea ideata da Nello Petrucci che verrà realizzata in marmo da Robot City, art-engineering company leader nella modellazione robotica del marmo, e con il supporto di Contemply Art & Investment. L’opera verrà esposta in maniera permanente a Trento, anche se sono già tantissime le città, da nord a sud Italia, che hanno fatto richiesta di ospitare la scultura; tra queste anche Moena/Predazzo, Mondello e Torbole.

Il titolo della scultura, "Chico Forti sono io", è come un mantra "Mukti" che in sanscrito significa "rilascio", liberazione. La pesantezza, la durezza, il peso, sono tutti elementi che scaturiscono dal lavoro in marmo. Qui la figura del protagonista risulta piegata, non dà lo sguardo all’interlocutore: è un invito ad avvicinarsi, a scoprire la sua sofferenza e il suo stato d’animo. Una mano di Chico è intrappolata, incastrata in quella pesantezza di quelle "sbarre di marmo" che evocano indignazione; l'altra è l'espressione di una rabbia, di uno stato d’animo represso, un istinto naturale alla sopravvivenza, alla speranza.

Un simbolismo molto forte che oltrepassa il caso particolare per una visione più generale: prigionieri inconsapevoli di questa obsolescenza continua delle tecnologie e degli oggetti in cui momentaneamente gli uomini si incarnano, l'arte risveglia lo spirito, l'io interiore contro le catene e la limitatezza del corpo e del modo materiale.

"In una delle sue lettere Chico mi ha mandato una sua poesia - ha detto Petrucci - con un incipit ispirato alla Libertà: "Sognare è come respirare, non ne posso fare a meno". Un verso come un colpo di cannone in direzione delle nostre coscienze. Anni fa, in India, entrai nella casa di Gandhi. Di quel viaggio conservo un pensiero che non mi ha mai lasciato: "Finchè porterai un sogno nel cuore, non perderai mai il senso della vita". E tra i grandi sogni dell'uomo non può mai mancare la Libertà. "Chico sono io" è il mio semplice contributo per alimentare e difendere la Libertà!".

Non è la prima volta che Petrucci si espone per Forti, già nel 2021 infatti aveva creato per lui a Miami il murale "Attesa".

Specializzato in pittura, street art e scultura, l’artista vive e lavora a Pompei e New York City e ha messo in mostra numerose opere (molte a sfondo sociale e ambientale) in sedi istituzionali, tra cui l'Archivio Centrale di Stato di Roma, l'Agorà Gallery di New York, l'Ambasciata degli Stati Uniti a Roma, l'Arsenale di Venezia  e in diverse gallerie a New York e Shanghai.

Così come si erano già esposti i coniugi Bocelli, da tempo sostenitori di un ritorno in Italia di Forti, che in questa occasione testimoniano a favore dell’arte che non giudica, che supera ogni valutazione in merito alla vicenda e che simboleggia la forza dei sentimenti emanando un messaggio di forte speranza e positività.

Bocelli e la moglie lo scorso anno si erano recati in carcere negli Stati Uniti, facendo visita a Forti proprio nel giorno del suo 63esimo compleanno; da allora sono stati diversi gli appelli del tenore a favore della causa, tra questi anche un discorso sul palco di un concerto in Florida.

Ma quelle di Bocelli e Petrucci sono solo alcune delle centinaia di voci che negli anni si sono esposte per Chico e questa volta lo fanno nella cornice di una terra meravigliosa, Pompei, anche questa ricca di simbolismi in quanto terra in cui un’antica calamità ha immortalato tanti esseri umani restituendoci i calchi di antichi fratelli e del loro impeto vitale che la lava ha fermato ma che, allo stesso tempo, ha resi immortali.

VIRGOLETTATO SINDACO TBC

Intanto la causa di Forti va avanti. Il 23 dicembre 2020 il governatore della Florida, Ron De Santis, aveva firmato un atto per il trasferimento di Chico in Italia, in base alla Convenzione di Strasburgo del 1983. La firma di tale atto era avvenuta anche grazie all’interessamento del ministro Luigi Di Maio e della Farnesina. Tuttavia la procedura di estradizione non è ancora conclusa: Chico, dunque, è ancora negli Stati Uniti, in attesa di tornare in Italia.

 

BIO NELLO PETRUCCI

 

Nello Petrucci (1981-) è un artista e film-maker italiano, vive e lavora tra Pompei e New York.

Ha studiato cinematografia a Roma presso la N.U.C.T; laureato all’Accademia di Belle Arti di Napoli in Scenografia. Ha lavorato con registi come: Martin Scorsese, Ari Taub, Manetti Bros, Antonio Capuano. Le opere di Petrucci sono fortemente influenzate dal cinema, in particolare dalle locandine cinematografiche che vengono rivisitate dall’artista come lasciti di memoria storica in cui passato e presente convivono.

E’il primo artista italiano a esporre al Word Trade Center di New York con l’opera permanente “The essence of Lightness” (2018) insieme a street artisti di fama mondiale come Ron English, WhlsBe, Lauren YS, Layercake ecc…

Sensibile alle tematiche ambientali e sociali cui ha dedicato lavori come: “Plastic River” un’installazione pubblica raffigurante una balena colma di rifiuti.

Ha esposto al Palazzo Gravina di Napoli, all’Archivio Centrale di Stato di Roma, al Parco archeologico degli scavi di Pompei, all’Ambasciata Americana di Roma nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore Napoli e in diverse gallerie in Italia e New York. Una sua opera è presente al Museo del Enslallido social a Santiago del Cile.Ha realizzato diverse sculture open air di cui: “Margine”, a Torre Fossa Lo Papa, Punta Campanella. Trame”, nell’ Arsenale di Venezia, inserendosi nella prestigiosa collezione dello “Spazio Tethis” insieme a Michelangelo Pitoletto, Jean Fabre, Beverly Pepper ecc. Ha realizzato vari progetti cinematografici indipendenti, da cortometraggi a videoarte, ricevendo numerosi premi. Con il suo ultimo lavoro: “L’ultimo whisky con il cappellaio matto” (2020) ottiene la nomination al “globo d’oro” come miglior cortometraggio.Più che alla componente estetica dell’opera Petrucci guarda al valore etico che essa comunica, per un’arte che sia espressione di una rivoluzione interiore e impegno sociale, utilizzando proprio la strada come veicolo. Spesso il suo nome viene associato alla street art.Fra i lavori di street art sparsi un po’ per il mondo ricordiamo: “Sweet home” (2020), considerata tra le nove opere più significative al mondo nel periodo della pandemia.  “La mano de Dios”, “Red Zone”, “Maschere” “Restiamo Umani”, “Imago” a Castellammare di Stabia, “Sad Generation” Venezia, Distant Destination” a Barcellona. “Attese” il suo ultimo lavoro a Miami dedicato a Chico Forti.La sua tecnica si basa sulla stampa (halftone su carta) i lavori di Petrucci sono scenografici ed impattanti nel pieno rispetto dell’eco sostenibilità e della tutela delle location scelte per i suoi interventi, definito “lo streetartist gentile”. Tra le sue ultime mostre appena concluse, “Profili” a cura di Chiara Canali a Palazzo Contarini del Bolvolo a Venezia. E’ il direttore artistico del Pompei Street festival, e Stabiae Street (festival internazionali di arte urbana) invitando a Pompei artisti della street art da tutto il mondo, da C215 a MCity, Francisco Bosoletti, Ledania, Gianpiero, MrKas ecc. Il suo impegno nel sociale porta una nuova sfida interessante: “Social Vision” un progetto che comprende diversi interventi per la comunità, e con la comunità, inserendo l’arte come unico denominatore …  L’arte come forma di cambiamento ed evoluzione sociale.“Credo fortemente nel potere dell’arte, e di ciò che può fare attraverso la connessione di persone…”

 

PR Visual Arts MARTA MENEGON 

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